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P.IVA e l’essere mamma. Due cose compatibili?

Come essere mamma e libera professionista contemporaneamente.

“Sono una mamma e ho la partita iva”. Sembra quasi un’ammissione all’alcolisti anonimi! Eppure sono sempre di più le donne e mamme che ad un certo punto della loro carriera decidono di lasciare il posto fisso, se prima lo avevano, oppure di abbandonare contratti precari e rinnovi semestrali per aprire la partita iva. Le motivazioni? Diverse. Orari d’ufficio che non sono più compatibili con quelli dei figli, richieste eccessive per lo stipendio ricevuto, voglia di veder crescere i bambini più da vicino. O anche la mancanza di nonni e aiuto. Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi di essere una mamma con la partita iva? Scopriamoli insieme. 

I pro di essere mamma e partita iva

Puoi lavorare quando e come vuoi: essere una partita iva significa non avere orari né un luogo dove andare ogni mattina. Potrai accompagnare i bambini a scuola, esserci quando escono, se ti sarai organizzata, seguirli nelle attività extrascolastiche, non allontanarti se sono ammalati o hanno qualsiasi problema. Dovrai organizzarti, certo, ma se sarai in grado di farlo non dovrai mettere da parte la tua sfera familiare – che anzi ogni tanto sarà un po’ troppo ingombrante – per il lavoro. Oggi trovare equilibrio tra lavoro e famiglia è molto difficile. Avrai di certo sentito alcune amiche raccontare dei loro figli trovati già in pigiama alle otto di sera quando rientrano dall’ufficio e dei sensi di colpa provati per la mancanza di presenza. Ogni mamma cerca di fare il meglio che può. Avere la partita iva di certo ha il pro di non dover affrontare un distacco vero e proprio dai figli, anche dopo il periodo di maternità, e di poterli accompagnare più da vicino nella crescita. 

Puoi lavorare da dove vuoi: lo smartworking per le mamme con la partita iva non è una scoperta del periodo Covid, ma uno stile di vita. Con il computer nella borsa e il telefono in mano, si può lavorare dai parchetti, dalla spiaggia, dal bar. Un aiuto però è fondamentale per poter far tutto!

Avere una partita iva e gestirsi quindi i propri clienti, scegliendo da sé la quantità e la qualità di lavoro che si desidera assumersi, è di certo uno dei pro. La tua vita lavorativa si modulerà su quella familiare, dando maggiore spazio a una o all’altra nei vari periodi di crescita dei bambini o nei momenti in cui deciderai di perseguire un obiettivo anziché un altro. 

La ricerca della soddisfazione personale è un aspetto da non sottovalutare. Una donna felice è una mamma soddisfatta. Sentirsi bene sul lavoro e con se stesse significa poi essere appagate e disponibili anche nei confronti dei figli. Ecco che dunque l’indipendenza della partita iva può andare incontro anche a questa esigenza. 

I contro di essere mamma e partita iva

“Ah, beata te, che ti gestisci il tuo tempo!”. Questa frase l’abbiamo sentita tutte, ma non è esattamente così. Il tempo infatti di chi ha una partita iva e diversi committenti va organizzato e strutturato. Sì, se tuo figlio ha lo spettacolo di fine anno o una visita dal pediatra non dovrai chiedere il permesso a nessuno. Ma allo stesso tempo ogni stacco dai canonici orari d’ufficio o dal lavoro in generale ti porterà a dover recuperare in altri momenti, come il sabato e la domenica, oppure la sera quando i bambini dormono. 

Il lavoro si porta a casa, letteralmente. Dunque la divisione tra vita lavorativa e vita familiare non è più netta. Ti capiterà di allattare rispondendo a delle mail, di lavorare con i figli che giocano sotto il tavolo, di fare call lottando con il tasto muto del tuo smartphone perché dall’altro capo del ricevitore non sentano le vocine squillanti dei tuoi bambini che chiedono la merenda. 

Far riconoscere il proprio lavoro, quando si ha la partita iva e si è mamme, non è facile. “Tanto tu sei a casa”, “tanto tu puoi staccare”. Sì, posso staccare se voglio, ma questo non significa che io non abbia un vero lavoro, che richiede concentrazione, tempo e anche il giusto rispetto. Ecco perché quando dovrai organizzarti per un aiuto, che sia il nido, una tata o i nonni, è fondamentale metterlo in chiaro: il tuo lavoro vale quanto quello di qualsiasi altro e non può essere messo da parte, posticipato, dimenticato. 

Maternità? Questa sconosciuta! Non esiste un vero e proprio congedo di maternità per chi lavora in proprio. O meglio, la legge garantisce i 5 mesi obbligatori, che sono pochissimi se messi a confronto con molte lavoratrici che staccano mesi prima del parto e restano in maternità anche fino all’anno del piccolo. Non solo, in questi pochi mesi dovrai organizzarti per non perdere i tuoi clienti, delegando a colleghi o cercando supporto in altro modo.

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