SPEDIZIONE GRATUITA PER ORDINI SUPERIORI A 80€

Il carico mentale delle donne: come superare frustrazioni e stanchezze

Mental load. Il carico mentale delle donne.

“Bastava chiedere!”: quante volte vi siete sentite dire questa frase da vostro marito dopo che vi siete lamentate per una sua mancanza di iniziativa su tutto quello che riguarda casa e figli. Bastava chiedere, come se le donne fossero il manager dell’azienda e l’uomo il braccio, l’operaio, quello che deve solo eseguire, senza nemmeno pensare. Sì, perché purtroppo ancora oggi in Italia sono tante le donne che si sentono stanche e provate da pensieri e attività legati alla famiglia, che ricadono inevitabilmente sulle loro spalle. Tutto questo ha un nome: si chiama mental load. Scopriamo di più.

“Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano” Emma

Mental load: la fatica invisibile delle donne

Un lavoro continuo, sfiancante, invisibile. Quello che ti fa pensare alla sera alle 22 cosa manca in frigo, i vestitini che devi mettere nella sacca dell’asilo il giorno dopo e speri di non dimenticare, l’appuntamento dal pediatra da spostare o la vaccinazione decisa mesi prima. Quel lavoro in più che ancora oggi in Italia sono spesso le donne a sobbarcarsi, sia per una questione ideologica – la differenza di genere resta in molte famiglie ancora evidente con una netta divisione dei compiti tra mamme e papà – sia pratica. Quel lavoro che non è affatto riconosciuto, ma anzi è sottovalutato, in primis dall’altra metà della coppia. Non fraintendiamoci:  non è giusto né possibile generalizzare, ogni famiglia infatti ha i suoi equilibri, dettati da fattori lavorativi, economici, di scelta personale (non sempre libera ma a volte obbligata dallo stile di vita). Eppure non è difficile rivedersi nelle vignette del libro “Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano” di Emma, dove la donna in diverse occasioni si ritrova appunto a dover chiedere aiuto, anziché avere una ripartizione equa dei compiti, che dunque non prevede né la richiesta né la ricezione di aiuto, ma una semplice complementarietà tra le parti. Vi sembra di essere tornati negli anni ‘50? Un po’ a noi sì, diciamoci la verità! Eppure per tante motivazioni succede anche nelle famiglie più giovani: a volte per esempio il papà lavora fuori casa così tante ore che la gestione dei figli è completamente delegata alla mamma (e ai nonni, se ci sono). 

La colpa però, se c’è, di chi è? Difficile dirlo. 

Mental load: le donne sono accentratrici?

“Faccio io che lo faccio meglio”, “faccio io che faccio prima”: vi capita di dirlo o pensarlo? Ascoltando diverse conversazioni in rete le opinioni sul carico mentale delle donne sono diverse. Alcune mamme infatti ritengono i propri compagni completamente incapaci di gestire molte delle attività della famiglia. Cucinare una cena, cambiare pannolini, svuotare la lavastoviglie, stendere i panni… sono cose oscure ad una parte dell’universo maschile ancora oggi. O meglio, sono cose da chiedere, ma che gli uomini non fanno di loro spontanea volontà. 

C’è però una voce opposta e altrettanto interessante secondo la quale le donne sono oggi non in grado di lasciare andare le redini della famiglia e quindi di dare ai propri mariti la possibilità di occuparsi di alcuni compiti, con la convinzione di essere in grado di fare tutto meglio, o anche più velocemente. Ci si mette quindi al loro posto, soprattutto con i figli. 

“Bastava chiedere! 10 storie di femminismo quotidiano” Emma

Mental load: è una questione di attitudini o di genere?

La donna stira, l’uomo si occupa dell’auto. La donna pulisce, l’uomo cambia le lampadine. No, fortunatamente non è più così. Ognuno di noi ha dentro di sé delle attitudini e delle capacità, che lo rendono unico e speciale, e questo si dimostra spesso anche nella gestione della famiglia. O almeno, così dovrebbe. Ecco perché forse ha più senso oggi superare le barriere di genere e invece trovare nell’equilibrio familiare un modo per collaborare semplicemente, senza rendere le donne stanche e frustrate. In molte coppie questo accade già, ma è una percentuale purtroppo ancora troppo bassa. Come si può fare? Mettendosi a tavolino, certo, facendo i conti con la quotidianità degli impegni e delle routine settimanali, ma anche cercando di essere costruttivi e più accomodanti con se stessi e con l’altro. Un suggerimento semplice per esempio: la mamma durante la settimana si occupa dei figli a 360°? Il papà può nel weekend fare qualcosa di speciale per “recuperare” il tempo in cui non ci è stato, dando alla mamma lo spazio per dedicarsi a se stessa. La cena è faticosa da preparare tutte le sere per la mamma? Nel weekend il papà può cucinare qualcosa che verrà messo in freezer. Condivisione, dialogo e organizzazione restano anche in questo caso le chiavi per superare frustrazioni e difficoltà. 

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *